Il primo numero della rivista humus, quadrimestrale di cultura, strategia e tecnica della ceramica edito e distribuito dalla Fondazione Iris e curato dall’agenzia Al.Sa di Gianni Sassi e Sergio Albergoni uscì nell’aprile del 1973.
Progetto editoriale singolare e all’avanguardia, humus si allontana dalla concezione tradizionale di house organ proponendo un vero strumento di rilettura critica della progettazione sociale e del sociale mai progettato. Pubblicato in sei numeri, sin dall’inizio i propositi dichiarati furono straordinari per una pubblicazione legata ad un’azienda, che avevo scelta di promuovere un’attenta ricerca visuale e culturale finalizzata al prodotto.
Nel primo editoriale si annuncia infatti che la rivista ha l’obiettivo di “ridefinire la ceramica”, che significa rivederne in modo continuo gli usi tecnici e gli impegni strategici a livello estetico, urbanistico, economico e “civile”. L’intento, in senso più ampio, era affrontare le questioni legate all’ambiente e alla sua riprogettazione in termini sociali e dal punto di vista della qualità della vita. Per farlo humus si è calato nella quotidianità con elasticità disciplinare orientata verso l’analisi di vari fenomeni culturali.
La ceramica è una delle protagoniste, in sezioni dedicate in modo specifico all’azienda, dalle pagine pubblicitarie per i prodotti Iris Ceramica caratterizzate da invenzioni verbo-visive e dalla spettacolare messa in scena dei prodotti, alla presentazione di alcune iniziative promozionali che testimoniano un’attenzione costante al tema della progettazione ambientale. Si tratta di due habitat naturali pensati per recuperare un rapporto tangibile con la natura: il padiglione “Punto di Incontro Iris”, totalmente in larice bianco, presentato al Salone Internazionale dell’Industrializzazione Edilizia di Bologna (SAIE) nel 1973 e “Agorà”, un ambiente sperimentale come «proposta abitativa» che vuole essere luogo di scambio, incontro tra persone e materiali. Inoltre vi sono articoli significativi dedicati ai maestri della ceramica e alla lavorazione della materia, inteso come processo biologico salvato dalle implicazioni economiche e industriali della modernità.
Oltre la ceramica, la rivista affronta i più vari argomenti: da Frank Zappa alle scuole freak californiane, dal video-tape alla Monument Valley, dal pop italiano ai graffiti di New York, dal mercato degli stracci di Resina a Ercolano alle neoavanguardie artistiche e musicali. Non mancano proposte visionarie, come Pollution e il luogo di ritorno della individualità: la persona di Gianni-Emilio Simonetti, e analisi sul tema della qualità della vita in alcune problematiche sociali, legate all’emergere della questione ambientale e allo scoppio della crisi petrolifera: il ciclo chimico e la questione alimentare sono affrontati in maniera critica e illustrata sulla base di diverse fonti scientifiche e giornalistiche. A dichiarazione di un’impostazione eclettica e legata all’analisi di vari fenomeni culturali, chiude ogni numero la rubrica Magic Circus con recensioni dedicate a «musica, arte, spettacolo, letteratura, viaggi, avventure & affini» a cura di Rara Bloom e Herta Beloit.
Humus ha affrontato, con uno sguardo genuino e allo stesso tempo rivoluzionario, tutti gli elementi che concorrono a determinare l’ambiente, le sue forme, i suoi usi, le sue tendenze sociali, la qualità della vita in queste condizioni.