“Le città future sono già contenute nelle presenti, come insetti nella crisalide”  Italo Calvino, Le città invisibili, 1972

 

In continuità con la potenza del messaggio e il valore culturale e sociale di Pollution 1972, vogliamo affrontarne i temi ambientali e sociali nel contesto di oggi e proiettarli in una visione futura.

Il ripensamento radicale dei paradigmi di sviluppo, che si imponeva già come un’urgenza nel 1972, diventa oggi ineludibile, consapevoli dell’indistricabile legame tra le azioni dell’oggi e le conseguenze nel domani. Con Pollution 2018 ci interroghiamo sul presente e su dove noi tutti saremo nel futuro.

Per farlo vogliamo attivare un metodo creativo multidisciplinare in grado di formulare pensieri limpidi e nuovi corsi, azioni capaci di invertire una tendenza evolutiva. Crediamo infatti nella necessità di una rivoluzione del pensiero, in cui la questione ambientale sia collocata nell’alveo di una giusta attenzione alla persona e al rispetto della natura. Il cuore del problema è dunque antropologico, connesso al modo di rapportarsi dell’uomo con sé stesso

Questo nuovo pensiero ci invita a guardare al progresso secondo un’ecologia integrale che sappia riorientare i comportamenti umani, invitandoci, ad esempio, a nuovi modi di vivere lo spazio pubblico, a come utilizzare il potere che discende dal progresso delle tecnoscienze, e a costruire diversi modelli industriali, legati alla sostenibilità come opportunità economica e ambientale.

Pollution 2018 lancia quindi una sfida: immaginare e progettare il futuro, attività che appartengono alle arti e alle scienze, mettendo in azione un pensiero creativo sostenibile, che produca modelli di vita alternativi per lo spazio urbano, in cui riconoscersi e grazie ai quali consolidare l’appartenenza collettiva.

In mano ai giovani, i visionari di oggi, la sfida è una risposta culturale che interpreti il futuro, che traduca l’evoluzione del pensiero sull’inquinamento in una nuova relazione tra uomo e natura e rifletta sulla contaminazione della dimensione sociale, politica ed estetica.

Le nuove generazioni che hanno un rapporto immediato con la tecnologia, e che ragionano già in termini di natura quale variabile dipendente del sistema umano, quasi fossero già portatori, abbandonati inutili sensi di colpa e altrettanti alibi su un’eredità che non hanno contribuito a costruire, di una nuova e proattiva responsabilità. Uomini nuovi chiamati a disegnare il presente in quanto già detentori di nuovi strumenti, anche tecnologici, che scriveranno le nuove regole.

Gli studenti della School of Sustainability – SOS di Mario Cucinella, sono stati invitati a sviluppare il tema proprio per la multidisciplinarietà dell’approccio della scuola partendo dal concetto di estetica dell’ecologia, come rispetto per la natura dell’uomo in un equilibrio tra funzionalità e poetica. E’ questo il nuovo atteggiamento di lettura dello spazio urbano, un ripensamento critico delle esperienze di fondo degli ultimi 45 anni, nell’arte, nell’architettura, nelle politiche socio-economiche, nella letteratura, per esplorare la possibilità di trovare dei modelli alternativi di vita nello spazio urbano che si possano sviluppare e controllare al momento su piccola scala, capaci della massima integrazione con il sistema natura esistente.

L’approccio multidisciplinare di questo laboratorio di pensiero prende a testimoni non solo gli eventi emblematici che hanno fatto storia e alimentato la discussione sul tema come il disastro di Chernobyl dell’86 o gli episodi dell’Ecoterrorismo degli anni 90 ma le opere intellettuali che hanno lasciato un segno in questa direzione come l’Enciclica Laudato sì di Papa Bergoglio del 2015.

Il nostro scopo è dare inizio a tale lavoro di studio nella forma di un centro di ricerca. Mediante la collaborazione con i giovani studenti della SOS, Pollution conta di creare un osservatorio per lo sviluppo pratico e teorico di queste idee nell’ambito di un quadro di apprendimento.

Perché questo sia possibile è stato costruito un percorso di progettazione che coinvolgerà persone portatrici di saperi eterogenei, di età differenti e con modi diversi di vivere lo spazio pubblico, secondo una visione che va dal globale al locale per cogliere la complessità della realtà. Queste persone formeranno la base di una comunità nella quale potremo sviluppare il concetto di estetica dell’ecologia.

Il gruppo di lavoro sta sviluppando un percorso che partendo dalla denuncia approdi a una nuova consapevolezza traducibile in nuove azioni e comportamenti per arrivare all’obbiettivo di una corretta percezione di quella che è a tutti gli effetti un’opportunità.