Nel 2022 festeggiamo il 50° anniversario di Pollution 1972 – Per una nuova estetica dell’inquinamento: un evento artistico rivoluzionario volto a stimolare la riflessione e sensibilizzare le persone sul tema dell’inquinamento.
In Piazza Santo Stefano a Bologna, nell’ottobre 1972, Gianni Sassi, direttore artistico e motore dell’intero progetto, affida a 26 artisti il compito di disegnare l’orizzonte di una coscienza ecologica e raccontare altrettanti «modi di gestire una natura mutante».
Protagonisti di Pollution 1972 furono gli artisti Ableo, Vincenzo Agnetti, Agostino Bonalumi, Mario Ceroli, Federico Chiecchi, Lucio Del Pezzo, Amalia Del Ponte, Bruno Gambone, Piero Gilardi, Laura Grisi, Ugo La Pietra, Armando Marrocco, Mambor, Gino Marotta, Hidetoshi Nagasawa, Antonio Paradiso, Gianfranco Pardi, Claudio Parmiggiani, Andrea Raccagni, Piero Raffaelli, Gianni Ruffi, Gianni-Emilio Simonetti, Ufo e Concetto Pozzati, che però decise di non esporre alcuna opera, insieme a Battiato e al gruppo Solo and Ensemble.
Per l’occasione, la Piazza viene pavimentata con superfici ceramiche 33x33cm che riproducono ognuna una zolla di terra: la stessa immagine è anche la copertina del disco “Pollution” di Franco Battiato dello stesso anno, che sempre lì si esibisce il giorno di chiusura della mostra. Su questo “campo artificiale”, gli artisti furono chiamati a proporre idee e modalità per la gestione di una “natura mutante”, deformata dall’inquinamento e dalle azioni dell’uomo.
Le basi teoriche del progetto espositivo muovevano dal dibattito intorno al modello capitalistico, dalla riflessione sulle conseguenze di un sistema malato e dalle prime consapevolezze che l’inquinamento stava scatenando.
Gianni Sassi chiamò a supporto dell’organizzazione gli storici dell’arte Daniela Palazzoli e Luca Maria Venturi e l’architetto Carlo Burkhart per soffermarsi su un particolare aspetto della discussione, quello riguardante l’imbroglio ecologico, a partire da uno schema teorizzato dallo stesso Sassi rispetto al quale chiesero agli artisti invitati di intervenire criticamente.
“Iris ritiene che i problemi della qualità della vita stiano già influenzando pesantemente la situazione industriale italiana, e che in un prossimo futuro essi diventeranno di importanza fondamentale.”
Romano Minozzi, presidente Iris Ceramica, Humus n.1, 1972
Quando il tema dell’inquinamento non era all’ordine del giorno, Iris Ceramica dimostrava già la propria anima pionieristica proponendo un modello industriale attento alla qualità di vita e al rispetto dell’ambiente.